CHIRURGIA PREPROTESICA FISSA SU IMPIANTI

 

Si tratta di un insieme di tecniche chirurgiche  che facilitano e permettono l’applicazione di una protesi fissa su impianti mantenendo una buona estetica e funzionalità della stessa. Possiamo dividere queste tecniche in 3 gruppi:

 

1. OSTEOPLASTICA - GENGIVOPLASTICA

2. AUMENTO DEL VOLUME OSSEO CON INNESTO

3. AUMENTO VOLUME OSSEO CON ESPANSIONE

 

1.OSTEPLASTICA - GENGIVOPLASTICA

 

 

Con “osteoplastica” ci si riferisce a una modellazione ossea delle creste effettuata sia per mezzo di frese con l’abbattimento delle asperità ossee,

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sia con l'apposizione di piccoli innesti ossei (umani o animali adeguatamente trattati e certificati) per colmare i difetti e dare alla cresta ossea un andamento più anatomico e adatto al sostegno degli impianti migliorando anche l'estetica delle corone dei denti posizionate sopra e anche a ridosso della gengiva.

 

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La tecnica di osteoplastica viene spesso associata alla gengivoplastica. Quest'ultima prevede il taglio e l’asportazione della gengiva in eccesso presente sulla cresta ossea. 

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Subito dopo l'inserimento degli impianti viene utilizzata spesso la gengivoplastica sia con lo scopo di ridurre il rischio di future patologie infiammatorie gengivali a carico dei tessuti intorno agli impianti, sia per migliorare l’effetto estetico dei denti che sono posizionati sugli impianti stessi a ridosso della gengiva (effetto festonato della gengiva).

 
 
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2.AUMENTO VOLUME OSSEO CON INNESTO:

 

a. Innesto di osso eterologo nell'alveolo post-estrattivo

Nella maggior parte dei casi, in seguito alle chirurgie estrattive di elementi dentali di dimensioni grandi (ad esempio i molari), inseriamo nell’alveolo un innesto di osso eterologo. Questo fa sì che l’alveolo guarisca in meno tempo e nella maniera adeguata in modo da riottenere ,con i tempi necessari, la giusta quantità di osso e un profilo gengivale adatto alla futura protesizzazione implantare.

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estrazione di un molare. a destra si nota l'ampia cavità residua

 

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innesto di osso eterologo stabilizzato con membrana

 

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impianti inseriti 

 

 

 

 

b.  Innesto di osso eterologo con tecnica 3D BLOCK 

In In caso di creste ossee molto riassorbite, è possibile effettuare aumenti verticali di osso con l'utilizzo della tecnica 3 D BLOCK che consiste nella stabilizzazione di un segmento osseo modellato sulla cresta e stabilizzato con viti di fissaggio (viti di osteosintesi).

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Esempio della tecnica 3D BLOCK eseguita su modello stereolitografico con innesto osseo stabilizzato per mezzo di viti di osteosintesi

 

 

c. Innesto di osso eterologo nella tecnica del rialzo del seno mascellare

 

è una tecnica indicata nel mascellare superiore per l'aumento verticale di osso verso l'interno del seno ( per questo definita "rialzo del seno mascellare")

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che consiste in una apertura laterale del seno (botola), sollevamento di una membrana che riveste l'interno del seno,

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 Inserimento all’interno del seno dell’osso granulare solo nella zona interessata e l’inserimento contestuale dell’impianto (stabilizzato esclusivamente dalla minima cresta ossea residua) e delle membrane collagene.

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 Vedi Rigenerazione ossea - Rialzo del seno mascellare clicca qui

 

3.AUMENTO VOLUME OSSEO CON ESPANSIONE: SPLIT CREST 

 

La tecnica dello split crest, mediante osteotomia sagittale (cioè attraverso un taglio parallelo all'andamento dei denti), prevede la separazione chirurgica dell’osso, con il successivo spostamento verso l'esterno delle corticali  ossee favorendo un aumento dello spessore della cresta  e contemporaneamente l'inserimento e la stabilizzazione dell'impianto.

SLIT-CREST - Copia

 

Attualmente tale tecnica è presa in considerazione prevalentemente per il trattamento dell'arcata superiore che ha una consistenza ossea più adatta alla tecnica chirurgica dello  split crest rispetto alla mandibola, e può essere utilizzata anche in combinazione con altre tecniche di incremento osseo,come ad esempio il rialzo di seno.

SLIT-CREST 

Lo split crest è però l’unica tecnica che ci consente di ottenere in maniera predicibile un incremento orizzontale importante della cresta ossea (di circa 5 mm) in modo tale che si possano immediatamente  posizionare gli impianti. Questo comporta una riduzione degli interventi chirurgici da attuare e quindi, in ultima analisi, una riduzione dei tempi e dei costi complessivi del trattamento implantoprotesico.

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